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Cronica
con regia, scene e luci
Un fatto di sangue: un matricidio. Sette personaggi (un muratore, un commissario di polizia, una vicina di casa della vittima, un carabiniere, un prete, il fratello dell'omicida, un barbone), tutti interpretati dallo stesso attore, si alternano sulla scena per apportare tessere di notizie al mosaico della vicenda. Ma il quadro che alla fine risulta è inquietante ed incompiuto. Ciascun personaggio è colto in un momento della propria quotidianità: e tutti imprimono al racconto dei fatti un'impronta cruda -e crudele...-: quel 'cannibalismo urbano' che contraddistingue i casi umani quando assurgono a fatti di cronaca. I personaggi si esprimono in una sorta di slang metropolitano; orientato sul versante siciliano (per quattro di loro), su quello napoletano (per il commissario di polizia), su quello dell'Italia del nord (per il carabiniere); soltanto il barbone parla una lingua autentica (che per semplificazione ci ostiniamo a definire dialetto). Ho scritto cronica nel 1985: l'anno dopo ho allestito lo spettacolo che ha girato la Penisola per due stagioni. L'allestimento attuale parte dal confronto tra me, autore e regista, ed Angelo Tosto, attore che seguo da tempo e che stimo. E in questo confronto, la scrittura scenica mi farà apparire questo testo di trent'anni fa come scritto da un me "attuale". nino romeo
scheda - rassegna stampa
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